Difficoltà: Avanzato
Italia napoletano
Mario Talarico è un famoso produttore di ombrelli napoletano. Da 60 anni si dedica alla creazione artigianale di ombrelli, che hanno conquistato il mondo grazie alla loro raffinatezza e unicità.
Difficoltà: Avanzato
Italia
Tiziano Terzani (1938–2004), giornalista, corrispondente di guerra e scrittore di grande successo. Questa intervista, considerata storica, è stata presentata durante la trasmissione Cartabianca per la Televisione Svizzera in lingua italiana e condotta da Leo Manfrini, grande amico dello scrittore.
Difficoltà: Avanzato
Italia
Continua l'intervista a Tiziano Terzani, che ci racconta della sua cattura in Cambogia da parte dei khmer rossi, del pericolo al quale è stato esposto e di come si sia salvato grazie alla sua abilità.
Difficoltà: Avanzato
Italia
In questa terza parte della sua intervista, Terzani descrive il continente asiatico come luogo dove si ritrova l'essenzialità della vita, ovvero le cose più semplici e di base, che vanno oltre la guerra.
Difficoltà: Intermedio
Italia
Carolina Raspanti, bravissima attrice con la sindrome di Down, interpreta Dafne, una ragazza di 35 anni che lavora e ha una vita felice fino a quando non perde la madre e lei si trova a badare al padre caduto ormai in depressione.
Difficoltà: Avanzato/Intermedio
Italia
Giuliano Montaldo racconta la sua esperienza di attore a Genova e il suo esordio come regista accanto a Carlo Lizzani.
Difficoltà: Avanzato/Intermedio
Italia
Giuliano racconta cosa ha provato quando ha visto per la prima volta l'immagine di Vera. Giuliano e Vera raccontano come hanno vissuto il primissimo periodo del loro rapporto.
Difficoltà: Intermedio
Italia
Vera parla dei suoi genitori. Ci racconta di quando si sono incontrati, del loro lavoro e di quando si sono innamorati e poi sposati.
Difficoltà: Intermedio
Italia
La figlia di Vera era una ragazzina quando Giuliano iniziò a corteggiare sua madre, ma allo stesso tempo si interessava molto anche a lei e i due infatti passavano ore a chiacchierare. Giuliano racconta alcuni episodi vissuti negli anni della Seconda Guerra Mondiale: la sua casa in macerie e la battaglia di Montecassino.
Difficoltà: Intermedio
Italia
Giuliano Montaldo inizia la sua carriera cinematografica con Gillo Pontecorvo collaborando a "La lunga strada azzurra", "Kapò" e "La battaglia di Algeri". Giuliano racconta poi di quando gli proposero la regia di un western e dell'immagine perentoria di Vera che affermò di lasciarlo qualora avesse accettato.
Difficoltà: Avanzato/Intermedio
Italia
Giuliano e Vera narrano alcuni episodi accaduti nel corso delle riprese dei film "Ad ogni costo" e "Gott mit uns". Inoltre, Vera racconta come sia stato naturale per Giuliano accogliere Elisabetta nella sua vita.
Difficoltà: Avanzato/Intermedio
Italia
Giuliano e Vera hanno condiviso il loro rifiuto nei confronti dell'intolleranza. Un episodio in particolare ha sconvolto Giuliano: Ferdinando Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti, due attivisti e anarchici italiani emigrati negli Stati Uniti nei primi anni nel Novecento, furono ingiustamente arrestati e processati con l'accusa di omicidio, ed infine giustiziati sulla sedia elettrica il 23 agosto 1927.
Difficoltà: Avanzato/Intermedio
Italia
Il film di Giuliano e Montaldo Sacco e Vanzetti narra la vicenda realmente accaduta di Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti, due anarchici italiani emigrati negli Stati Uniti d'America a inizio Novecento. Il film ebbe un successo enorme e fu proprio grazie ad esso che, a cinquant'anni esatti dalla loro morte, il 23 agosto 1977 Michael Dukakis, governatore dello Stato del Massachusetts, riconobbe ufficialmente gli errori commessi nel processo e riabilitò completamente la loro memoria.
Difficoltà: Avanzato/Intermedio
Italia
La giustizia sociale e l'impegno politico sono due cause che hanno sposato Giuliano e Vera e che hanno condiviso nella loro storia d'amore. Si vede anche nella scelta dei temi trattati nei loro film, come quello su Giordano Bruno interpretato da Gian Maria Volontè.
Difficoltà: Avanzato/Intermedio
Italia
Il regista Giuliano Montaldo racconta che l'idea del film su Marco Polo venne all'allora direttore della RAI, dopo avere incontrato i membri di una delegazione italiana di ritorno da un viaggio a Pechino verso la fine degli anni '70. La delegazione era rimasta piacevolmente sorpresa nel vedere che i funzionari cinesi brindavano a Marco Polo come a un "italiano amico della Cina". Lo sceneggiato fu girato in ben tre continenti diversi.
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