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Alberto Angela ci svela l'origine del nome "Dolomiti" e ci racconta la loro storia.
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Descrivere la trasformazione da paesaggio di mare a paesaggio di montagna non è semplice. Alberto Angela ce ne parla in questo video.
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Una delle più suggestive leggende delle Dolomiti spiega perché queste montagne si tingono di rosa.
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Alberto Angela saluta le Dolomiti per dirigersi in Veneto. Ma prima di partire alla scoperta della prossima meraviglia, ci regala una panoramica davvero suggestiva.
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Questo episodio è dedicato a Venezia, la città lagunare, ai suoi calli e campielli, alla sua arte e ai fasti della Serenissima. Per concludere, viene introdotta Vicenza, un'altra città del Veneto che ha dato i natali a uno dei grandi geni dell'architettura: Andrea Palladio.
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Il periodo d’oro di Vicenza inizia nel Cinquecento, quando l’aristocrazia veneziana riorganizza la città e le sue campagne e Andrea Palladio, uno dei maggiori architetti dell’epoca, viene incaricato di progettare le nuove residenze di proprietà dei nobili veneziani. In quegli anni Vicenza si adorna di meravigliosi palazzi privati ed edifici pubblici e nelle campagne vengono progettate ville straordinarie. Tutto questo è patrimonio dell'UNESCO.
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Il gran salone è sicuramente l'ambiente più grande e più bello di Villa Coldogno, all'interno del quale sono raffigurati degli straordinari affreschi. Il genio di Palladio è presente anche all'esterno della villa in quanto l'architetto era riuscito a ideare un moderno impianto idraulico.
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Si conclude un altro episodio di "Meraviglie". In attesa di altri tesori da scoprire...
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Il viaggio di "Meraviglie" ci porta in Sardegna, dove possiamo ammirare i nuraghi, in particolare, il nuraghe Santu Antine, chiamato "la casa del re", che è uno dei nuraghi più maestosi dell'intera Sardegna ed è anche uno dei più importanti tra quelli esistenti.
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Dalla Sardegna al centro Italia per conoscere gli Etruschi e fare un piccolo viaggio nella necropoli della Banditaccia a Cerveteri.
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La necropoli etrusca di Cerveteri ha caratteri davvero unici ed è composta da diverse tipologie di tombe, come quella a dado e quelle scavate in profondità. La sua importanza è dovuta anche al fatto che fornisce importanti indicazioni sulla vita degli Etruschi.
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Una delle più note tombe monumentali è quella appartenuta alla famiglia Matuna. Decorata con stucchi e dipinti che riproducono oggetti di uso comune, la sua scoperta ha permesso di conoscere un aspetto di questa civiltà altrimenti perduto.
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Nella tomba della famiglia Matuna sono presenti delle riproduzioni in stucco di oggetti usati nella vita di tutti i giorni. Nelle tombe di Tarquinia, invece, l'utilizzo del macco ci permette, ancora oggi, di ammirarne i meravigliosi dipinti.
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Questa tomba, che risale a duemilacinquecento anni, è una vera e propria capsula del tempo. Le scene dipinte rappresentano un simposio che si svolge in onore del defunto, con uomini e donne sdraiati su triclini mentre consumano il pasto portato loro da giovani servitori nudi.
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Siamo sempre a Tarquinia e questa volta visitiamo la tomba Aninas, nota soprattutto per essere appartenuta alla famiglia aristocratica etrusca di cui porta il nome, il cui capostipite, Larth Aninas, aveva fatto costruire al suo interno sei tombe per i suoi familiari.
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