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La storia dell'arte di Piero della Francesca è intimamente connessa
con la storia della libertà di Borgo Sansepolcro. Ci sono una serie di motivi per cui la Resurrezione sia stata portata nel posto in cui si trova oggi, motivi legati alla storia del borgo.
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Il Museo Civico cominciò ad assumere pressoché la struttura attuale intorno al 1456 quando in particolare fu ridefinita la sala dei Conservatori, dove si trova la Resurrezione di Piero della Francesca.
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Rita Levi Montalcini ha dedicato gran parte della sua vita ai giovani, e soprattutto ai giovani ricercatori, nei quali ha riposto fiducia, dando loro la possibilità di continuare a fare ricerca in Italia.
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In seguito alla campagna di ricerca storica e di restauro, si è scoperto che la Resurrezione non è stata dipinta sulla parete su cui adesso la vediamo, ma fu trasportata da un'altra sede. Probabilmente si tratta della facciata esterna del palazzo, sotto l'arengario di Borgo Sansepolcro.
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Una caratteristica che ha contraddistinto Rita Levi Montalicini è l'immaginazione, più precisamente l’idea che per fare grandi scoperte, nella scienza come nella vita, serve un po’ di coraggio di saper immaginare cose nuove.
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Le domande che uno storico dell'arte si pone quando si accinge a studiare un'opera sono dove, come e perché nasce esattamente quell'opera. Nel caso della Resurrezione di Piero della Francesca, un'archivista e ricercatrice ha trovato le risposte a queste domande.
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La passione per lo studio del cervello, l’amore per la cultura e soprattutto la scoperta dello NGF, una proteina prodotta dalle cellule nervose di cui dirige il differenziamento e lo sviluppo, sono i motivi per cui Rita Levi Montalcini è stata insignita del premio Nobel nel 1986.
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Tomaso Montanari, uno storico dell'arte, accademico e saggista italiano, commenta la Resurrezione di Piero della Francesca, illustrandone gli aspetti più interessanti e i riferimenti letterali e biblici che riguardano l'opera stessa.
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Caterina Guzzanti è ospite di una scuola media di Afragola (NA), intitolata a Rita Levi Montalcini. Incontra gli studenti di un laboratorio di teatro per una lezione sull’importanza dell’immaginazione, che tanto ha significato nel suo lavoro di attrice e comica, ma anche in quello della grande ricercatrice torinese. Nel confronto con i ragazzi, si rende conto di non avere abbastanza informazioni sull'esistenza illustre di Rita Levi Montalcini. Così decide di tornare a scuola tra una settimana e di improvvisare uno spettacolo con i ragazzi.
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Nell’ambito del restauro di una superficie pittorica, il ritocco è l’intervento teso a integrare le lacune pittoriche, nel rispetto totale dell'opera stessa, in modo da avere le maggiori garanzie di reversibilità dell’operazione.
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Dopo tre fasi di pulitura, sul dipinto sono apparsi dei particolari che i restauratori hanno riportato alla luce. Una particolarità della Resurrezione è il fatto di aver trovato, sotto l'opera stessa, alcune lettere dell’alfabeto. Si tratterebbe di una citazione di un passo della raccolta di lettere indirizzate da Seneca a Lucillo, le Epistulae morales ad Lucilium. La frase completa, diventata un popolare motto nel Quattrocento, è "omne humanum genus morte damnatum est", ovvero "tutto il genere umano è condannato a morire".
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Giuliano Montaldo inizia la sua carriera cinematografica con Gillo Pontecorvo collaborando a "La lunga strada azzurra", "Kapò" e "La battaglia di Algeri". Giuliano racconta poi di quando gli proposero la regia di un western e dell'immagine perentoria di Vera che affermò di lasciarlo qualora avesse accettato.
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Per uno storico dell'arte che si approccia a restaurare un'opera come la Resurrezione di Piero della Francesca, è sicuramente interessante capire quale fosse il risultato finale che l'autore aspirava ad ottenere. Tuttavia, nel caso di quest'opera, tutta la parte iniziale della progettazione dell'artista è andata persa.
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La figlia di Vera era una ragazzina quando Giuliano iniziò a corteggiare sua madre, ma allo stesso tempo si interessava molto anche a lei e i due infatti passavano ore a chiacchierare. Giuliano racconta alcuni episodi vissuti negli anni della Seconda Guerra Mondiale: la sua casa in macerie e la battaglia di Montecassino.
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La Resurrezione di Piero della Francesca, simbolo civico di Borgo Sansepolcro, è stata realizzata con una tecnica mista: in parte Piero usò la tecnica dell’affresco, ma ampie zone sono state realizzate invece con tempera grassa. Tuttavia, i restauratori hanno dovuto fare i conti con i danni causati da un vecchio trattamento che ha ripulito l'opera con acqua maestra, una sostanza molto aggressiva.
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