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Domenico inizia a raccontare la sua storia. Tutto ebbe inizio nell'unico cinema del suo paese dove il giovane Modugno trascorse gran parte delle sue giornate.
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In questo video, i fratelli Taviani raccontano come fu accolto a Venezia il loro film "Sotto il segno dello Scorpione" e quali aspetti sono fondamentali per la buona riuscita di un film.
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Dal museo di arte etrusca di Villa Giulia, dove possiamo ammirare uno dei più grandi capolavori etruschi, passiamo ad Assisi, antica colonia romana.
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Comincia con un inno alla vita la miniserie autobiografica in due episodi di uno dei cantanti italiani più amati al mondo, conosciutissimo per Nel blu dipinto di blu, Domenico Modugno.
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I cavalli sono degli animali molto delicati e richiedono cure costanti. Eleonora ci racconta come prendersi cura di questi animali.
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Il film "Sotto il segno dello Scorpione" dà inizio a un cinema diverso, lontano dal realismo, nel quale gli attori oltre a raccontarne la trama, raccontano se stessi.
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Il popolo etrusco è stato influenzato da tante etnie e da tanti mondi, ma è stata in particolare la cultura greca a influenzare maggiormente il popolo dell'Italia antica. Nel museo di Villa Giulia, troviamo testimonianze di questa influenza e reperti che documentano la bravura del popolo etrusco.
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Igor e Gloriosa sono i cavalli di Eleonora. Sono degli animali speciali con due storie diverse che Eleonora ci racconta in questo video.
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L'attore Giulio Brogi racconta di come il suo ruolo nel film "I sovversivi" rispecchiasse perfettamente la sua personalità di giovane rivoluzionario. A questo capolavoro, prese parte anche un personaggio molto noto in Italia: Lucio Dalla, uno dei cantautori più famosi del nostro Paese.
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Alberto Angela ci mostra l'affascinante sarcofago di una nobildonna di epoca etrusca, realizzato in terracotta e particolarmente ricco di dettagli. Successivamente, ci porta al Museo Nazionale Etrusco di Roma, la cui missione è proprio quella di valorizzare le collezioni e la cultura etrusca.
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Conosciamo Eleonora, una studentessa della facoltà di veterinaria, con una grande passione per i cavalli.
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I fratelli Taviani hanno vinto tanti premi e sono riusciti a fare cinema grazie ad una forte passione. Il loro documentario fu però censurato e questo episodio diede loro l'idea per il titolo di uno dei loro più grandi capolavori.
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Siamo sempre a Tarquinia e questa volta visitiamo la tomba Aninas, nota soprattutto per essere appartenuta alla famiglia aristocratica etrusca di cui porta il nome, il cui capostipite, Larth Aninas, aveva fatto costruire al suo interno sei tombe per i suoi familiari.
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La passione per il cinema è forte ed evidente nei fratelli Taviani che da giovani raggiungevano i cinema dei paesini circostanti in bicicletta. Poi, il viaggio verso Roma e l'incontro con Zavattini per la produzione di un documentario tutto loro.
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Questa tomba, che risale a duemilacinquecento anni, è una vera e propria capsula del tempo. Le scene dipinte rappresentano un simposio che si svolge in onore del defunto, con uomini e donne sdraiati su triclini mentre consumano il pasto portato loro da giovani servitori nudi.
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