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A ottant'anni i due fratelli registi si sentono ringiovaniti e più coraggiosi e se ne rendono conto quando girano "Cesare non deve morire" nel 2012.
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Il secondo anno al Centro Sperimentale di Roma è stato per Domenico Modugno quello più importante perché ha conosciuto una persona: Franca Gandolfi.
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Era il 27 maggio del 1977 quando il film "Padre padrone" di Paolo e Vittorio Taviani vinse a sorpresa la Palma d'oro al festival di Cannes. Un altro film dei Taviani premiato non molto tempo fa è "Cesare deve morire", un film che si rifà alla tragedia shakespeariana "Giulio Cesare".
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Domenico racconta di come ha trascorsi i suoi anni anni al Centro Sperimentale, la difficoltà a trovare un lavoro e un posto dove dormire.
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I fratelli Taviani ci raccontano il vero significato di recitazione per loro e il rapporto del regista con gli attori. Secondo i fratelli Taviani alcuni attori sono co-creatori del film. Un esempio è Giulio Brogi, che con loro ha girato film come "Sotto il segno dello scorpione" e "I sovversivi".
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Domenico Modugno si esibisce davanti a Raimondo Lanza di Trabia, che apprezza le sue canzoni. Dopo la sua performance, Domenico scambia qualche parola con lui.
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Quando finalmente tutti i componenti della famiglia risultano negativi al tampone, Giuditta urla e scoppia in lacrime. Ma sono lacrime di gioia che ancora non riesce a trattenere mentre racconta come ha vissuto i settantadue giorni di isolamento con la sua famiglia. La loro storia è stata raccontata da un giornale di Trento.
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La storia raccontata nel film "Le affinità elettive" è ricca di passione e di follia amorosa. Per il loro film, i fratelli Taviani hanno scelto il paesaggio toscano, ma il vero protagonista è sempre e solo il personaggio.
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Modugno, Pazzaglia e Migliacci riescono ad entrare negli studi di Cinecittà. Dopo trenta giorni nel convento, Domenico Modugno trova un altro posto in cui andare a stare, grazie all'aiuto di una famosa attrice.
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Giuditta ci spiega come si effettuano i tamponi e insieme a Marino ci racconta come il loro figlio più piccolo ha affrontato e vissuto i sette tamponi che ha dovuto fare.
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Nel film Le affinità elettive lo stile di Paolo e Vittorio Taviani si fa coerente, essenziale e ricco di densità poetica. Il film è tratto dall’omonimo romanzo di Goethe nel quale si racconta del conflitto tra ragione e passione, progetto e natura, nell'intrecciarsi di due coppie e del loro sentimento amoroso.
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Domenico è un uomo dalle mille risorse: durante il suo esame dice di saper cantare, suonare e anche recitare. Il suo collega Riccardo gli consiglia di andare ogni mattina davanti Cinecittà per provare ad ottenere una piccola parte in un film.
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Marino e Giuditta ci spiegano gli effetti che il coronavirus ha provocato sul loro corpo e ci raccontano come e grazie a cosa sono riusciti a guarire.
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I fratelli Taviani sottolineano che il loro non era cinema politico anche se agli occhi di molti sembrava proprio così.
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Finalmente Domenico entra nel Centro Sperimentale per l'esame di ammissione dove conosce subito un personaggio che gli resterà accanto per moltissimo tempo: Riccardo Pazzaglia.
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