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Si continua a parlare dei diritti degli animali, chiedendosi come mai cani e gatti, ma non solo, debbano subire le ingiustizie degli umani, solo perché non si sanno difendere. Persino la deroga per le uccisioni di animali per i riti religiosi è una cosa atroce, che dovrebbe essere eliminata.
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Raffaele è il proprietario dell'azienda agricola che ci presenta in questo video. Ci parla del suo lavoro e ci racconta la storia degli ulivi secolari, dai quali riesce a ricavare del buon olio extravergine di oliva, dandoci anche nozioni di storia sugli ulivi e la loro sacralità.
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Due dei detenuti del carcere di Bollate che lavorano in cucina raccontano quali sono i loro punti di vista nei confronti della società fuori e del modo di essere reinseriti. Entrambi concordano che non sia facile, ma che anche i detenuti sono esseri umani.
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Said racconta di quanto si senta cambiato da quell'esperienza e ribadisce che si torna sempre alle origini. Dice di avere delle idee e di voler creare qualcosa di suo ora che si sente se stesso.
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Davide racconta come vive in semi libertà e come questo gli permetta di passare metà dell'anno a casa. Questa condizione però ha degli obblighi che vanno rispettati. Davide ha imparato a vedere il mondo da un'altra prospettiva e questo gli ha insegnato tanto.
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"Il detenuto non è un reato che cammina". La signora Silvia ci tiene a sottolineare che ci sono molte storie all'interno del carcere e ognuna merita rispetto. È sano che la società esterna conosca sempre di più il carcere.
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La signora Silvia e lo chef Davide discutono in merito a una prenotazione e la titolare sostiene che Davide dovrebbe essere più flessibile in merito alla variazione comunicata dalla cliente. La signora Silvia racconta anche dell'introduzione delle misure alternative.
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La signora Silvia racconta di quanto sia importante il lavoro nella cucina. Non solo tutti i detenuti che lavorano lì percepiscono una vera busta paga, ma anche un'evidenza nel curriculum.
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Qui parla il pasticciere del ristorante "In Galera" che ci racconta quanto il suo sia un ruolo rispettabile e come lo faccia sentire utile e importante. La cosa che gli piace di più è preparare i dolci per le visite dei familiari.
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La proprietaria, Silvia, racconta che durante il primo anno del ristorante, fu il New York Times a scoprire il posto e lì si rese conto che era il primo al mondo. Racconta anche come è stato assunto lo chef Davide.
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L'esperienza del cameriere che racconta la passione per il suo lavoro e quello che prova. Da quando ha messo la divisa la prima volta a quando ha cominciato a servire, racconta anche come sono i rapporti con la clientela.
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Davide sta ancora parlando del fatto che il salmerino è una trota e che bisogna far capire alle persone che il pesce d'acqua dolce è buono come quello di mare. La signora Silvia intanto organizza sopralluoghi e visite.
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In questa parte conosciamo meglio il cuoco, Davide. La signora Silvia ha visto subito la sua voglia quasi ossessiva di continuare a cucinare e lo ha apprezzato molto.
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In questa parte, vediamo l'estratto di un colloquio di lavoro che sostiene uno dei detenuti di Bollate. Il ragazzo raccontata la sua storia e alla fine verrà presa una decisione sul suo percorso.
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Silvia Polleri, esperta in ristorazione, non aveva mai avuto a che fare con il carcere fino a quando non riceve una proposta dalla direttrice del carcere di Bollate e da allora comincia questa avventura culinaria in galera.
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