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Continua la riflessione di Luigi e in questo monologo condivide la sua esperienza con la malattia. Ora le cose sono cambiate, ma non necessariamente in peggio. Tutto insegna, basta fare un passo alla volta.
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Quando a Luigi è stato detto che aveva un tumore, ha vissuto ogni momento come se fosse un dono inaspettato. Tutto quello che poteva fare dopo quella notizia era fare un passo alla volta.
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Sansepolcro è la città della val Tiberina in Toscana nota per essere la patria di Piero della Francesca, uno dei personaggi più emblematici del Rinascimento italiano. Sansepolcro è anche un borgo ricchissimo di storia che ha mantenuto nel corso dei secoli il suo aspetto rinascimentale.
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In base ad alcune ricostruzioni storiche, si narra che Anthony Clarke, un capitano dell’esercito inglese, salvò Sansepolcro dai bombardamenti del ‘44. Clarke ordinò ai suoi soldati di cessare il fuoco sulla città pierfrancescana perché si ricordò che questa custodiva quella preziosa opera d’arte che Aldous Huxley in un suo saggio del 1925 aveva descritto come “il dipinto più bello del mondo”: la Resurrezione di Piero della Francesca.
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Il restauro della Resurrezione è stato un intervento articolato ed impegnativo, durato esattamente tre anni. L'intervento di restauro ha previsto una campagna diagnostica antecedente all'intervento, una graduale pulitura della superficie e il ritocco pittorico.
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I restauratori preparano un impacco a base di un gel derivato dalle alghe marine più un solvente che formerà un impacco per la prima pulitura dell'opera d'arte.
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Non si può passare da Sansepolcro senza visitare la casa natale di Piero della Francesca, che oggi è la sede della Fondazione Piero della Francesca. Un'altra opera degna di nota dell'artista è il suo Ercole, un affresco a metà tra mito e realtà.
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La Resurrezione di Piero della Francesca, simbolo civico di Borgo Sansepolcro, è stata realizzata con una tecnica mista: in parte Piero usò la tecnica dell’affresco, ma ampie zone sono state realizzate invece con tempera grassa. Tuttavia, i restauratori hanno dovuto fare i conti con i danni causati da un vecchio trattamento che ha ripulito l'opera con acqua maestra, una sostanza molto aggressiva.
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Per uno storico dell'arte che si approccia a restaurare un'opera come la Resurrezione di Piero della Francesca, è sicuramente interessante capire quale fosse il risultato finale che l'autore aspirava ad ottenere. Tuttavia, nel caso di quest'opera, tutta la parte iniziale della progettazione dell'artista è andata persa.
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Dopo tre fasi di pulitura, sul dipinto sono apparsi dei particolari che i restauratori hanno riportato alla luce. Una particolarità della Resurrezione è il fatto di aver trovato, sotto l'opera stessa, alcune lettere dell’alfabeto. Si tratterebbe di una citazione di un passo della raccolta di lettere indirizzate da Seneca a Lucillo, le Epistulae morales ad Lucilium. La frase completa, diventata un popolare motto nel Quattrocento, è "omne humanum genus morte damnatum est", ovvero "tutto il genere umano è condannato a morire".
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Nell’ambito del restauro di una superficie pittorica, il ritocco è l’intervento teso a integrare le lacune pittoriche, nel rispetto totale dell'opera stessa, in modo da avere le maggiori garanzie di reversibilità dell’operazione.
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Tomaso Montanari, uno storico dell'arte, accademico e saggista italiano, commenta la Resurrezione di Piero della Francesca, illustrandone gli aspetti più interessanti e i riferimenti letterali e biblici che riguardano l'opera stessa.
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Le domande che uno storico dell'arte si pone quando si accinge a studiare un'opera sono dove, come e perché nasce esattamente quell'opera. Nel caso della Resurrezione di Piero della Francesca, un'archivista e ricercatrice ha trovato le risposte a queste domande.
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In seguito alla campagna di ricerca storica e di restauro, si è scoperto che la Resurrezione non è stata dipinta sulla parete su cui adesso la vediamo, ma fu trasportata da un'altra sede. Probabilmente si tratta della facciata esterna del palazzo, sotto l'arengario di Borgo Sansepolcro.
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Il Museo Civico cominciò ad assumere pressoché la struttura attuale intorno al 1456 quando in particolare fu ridefinita la sala dei Conservatori, dove si trova la Resurrezione di Piero della Francesca.
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