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Il viaggio continua a Napoli in Campania, si aprono per noi le porte del teatro più antico d'Europa: il Real Teatro di San Carlo.
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Come un'ostrica che conserva una perla rara, così il Teatro di San Carlo di Napoli ha conservato e protetto arte, canto e cultura e tuttora lo fa. Tra aneddoti e storia, questo teatro resta tra i teatri più belli d'Europa.
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Il Real Teatro di San Carlo, oltre a continuare a essere un magnifico teatro oggi, è anche un teatro con non pochi record, come quelli della sua costruzione e della sua ricostruzione.
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Il Teatro di San Carlo era il più grande teatro d'Europa. Alcune delle sue peculiarità sono l'originaria forma della sala a ferro di cavallo e gli specchi all'interno di ogni palco che avevano una funzione ben precisa. Il palco reale, poi, rappresenta la magnificenza di un grande regno.
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Nel 1854 a Giuseppe Mancinelli fu commissionata la decorazione del sipario del San Carlo. Si tratta di una complessa composizione che rappresenta un simbolico Parnaso, in cui sono riunite le più importanti personalità della civiltà antica e moderna. La storia del San Carlo è stata segnata da altri personaggi particolari, come l'impresario teatrale di origini milanesi Domenico Barbaja. Con la sua gestione del teatro entra in scena il grande compositore Gioacchino Rossini.
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Dopo aver raggiunto un successo incredibile con le sue opere, Rossini lascia Napoli e a trentasette anni smette di scrivere. Al Teatro di San Carlo inizia una nuova stagione, quella di Gaetano Donizetti.
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L'Italia è il paese che ha il maggior numero di teatri d'opera al mondo ed è anche il paese in cui è nata l'opera lirica. Le opere dei più importanti musicisti italiani hanno riscosso successo in tutto il mondo.
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Il Barocco è un movimento culturale che nasce in Italia nel XVII secolo e che coinvolge le arti figurative, ma anche la musica, la letteratura e la filosofia. In Italia una delle città che meglio rappresenta questa corrente artistica è Lecce.
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Nascosta tra gli edifici medievali di Lecce, sorge la chiesa di San Matteo, uno degli edifici che meglio rappresenta lo splendore del barocco leccese.
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L'antico fascino di Piazza Falconieri fa sentire in un museo chiunque si ritrovi lì a passeggiare tra figure che adornano Palazzo Marrese e mensole con dei volti umani che sorreggono la balconata. Tutto è stato costruito con una bellissima pietra luminosa e un po' fragile.
Difficoltà: Intermedio
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L'Impero Romano sfruttò l'ottima posizione geografica della Puglia e costruì una strada che collegava Roma a Brindisi. Inoltre, un bellissimo anfiteatro, situato in piazza Sant'Oronzo, è il monumento più espressivo dell'importanza raggiunta da Lupiae, l'antenata romana di Lecce.
Difficoltà: Intermedio
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A Lecce è presente il Monastero degli Olivetani, un antico edificio religioso voluto da Tancredi d'Altavilla e successivamente affidato a dei benedettini provenienti dal Monte Oliveto. Il bellissimo chiostro di questo edificio è stato impreziosito dall’aggiunta di un pozzo a baldacchino. A seguito di ulteriori modifiche, l’edificio, affidato all’Università di Lecce, è stato restaurato e trasformato in un centro culturale.
Difficoltà: Intermedio
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L'interno dell'ex monastero ospita una grande scalinata realizzata probabilmente nella prima metà del Settecento con la tipica pietra leccese, calda e solare. Una curiosità di questa scalinata è il putto che abbraccia una colonnina, oltre alla sua riproduzione a carboncino sulla parete di fronte. Salendo la scalinata, approdiamo al piano di sopra: su un lato ci sono ormai aule universitarie, sull'altro ampie finestre, tra cui una che funge da valico su un ampio terrazzo.
Difficoltà: Intermedio
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Torniamo nel cuore del centro storico di Lecce, nella raffinata scenografia barocca di Piazza Duomo, annunciata dai Propilei situati all'ingresso. Una piazza che affascina per i toni caldi della pietra leccese che riveste gli edifici che vi sorgono: la cattedrale di Santa Maria Assunta, il palazzo del Vescovo e il Palazzo del Seminario.
Difficoltà: Intermedio
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Nel 1693 un terribile terremoto colpì la zona sud orientale della Sicilia, radendo al suolo tante città, tra cui quella di Noto. I sopravvissuti ricostruirono la città all'insegna di quel barocco che in Sicilia aveva già preso piede durante l'amministrazione spagnola.
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