Difficoltà: Intermedio
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Mimmo racconta a Franca la sua infanzia e la sua gioventù proprio nei luoghi in cui ha vissuto.
Difficoltà: Intermedio
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Il documentario sulla vita di Vittorio De Sica, attore e regista italiano, è narrato da Marco Paolini. Durante l'occupazione nazista dell'Italia, Vittorio De Sica si trovava a Roma per girare un film quando viene portato da una pattuglia al comando tedesco.
Difficoltà: Intermedio
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Vittorio De Sica ha fatto molti tipi di cinema, sia come attore che come regista, e ogni volta ha fatto centro. Tuttavia, la critica eleogiava solo le sue commedie e non apprezzava film più impegnati. Durante le riprese, Vittorio De Sica era il migliore a dirigere gli attori, con i quali rideva, ballava, piangeva e cantava.
Difficoltà: Intermedio
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L'industria cinematografica viene messa a dura prova a causa dei bombardamenti della Seconda guerra mondiale. A San Lorenzo, Maria sta girando un film, quando iniziano a cadere delle bombe e tutti corrono via in cerca di riparo. Vittorio De Sica vede le bombe cadere su San Lorenze e istintivamente corre in quella direzione.
Difficoltà: Intermedio
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La porta del cielo fu il film che permise a De Sica di rimanere a Roma anziché recarsi a Venezia per girare film di propaganda che avrebbero dovuto rinvigorire il regime fascista di Salò. Questo film, che aveva tra gli interpreti María Mercader e Zavattini alla sceneggiatura, è il racconto dei fedeli che prendono il treno bianco per raggiungere il Santuario di Loreto, dove sperano di ricevere un miracolo.
Difficoltà: Intermedio
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De Sica trova il modo di aiutare le persone bisognose a non essere trasferite a Venezia, aiutandole allo stesso tempo a garantirsi qualcosa da mangiare ogni giorno. Con la polizia fascista sempre alle calcagna e l'obbligo del coprifuoco, per la troupe cinematografica non è facile portare avanti le riprese del film.
Difficoltà: Intermedio
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Le ultime scene del film La porta del Cielo vengono girate all'interno della Basilica di San Paolo fuori le mura. Proprio lì fu girata l’ambientazione della chiesa di Loreto. Ma trattandosi di una chiesa, la troupe cinematografica era costretta a seguire delle regole severissime e i frati avevano il compito di sorvegliare le riprese, ma spesso, poi, veniva scambiati per comparse.
Difficoltà: Intermedio
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Durante le riprese de La porta del cielo, De Sica dovette affrontare dei momenti pericolosi con le truppe tedesche e riuscì a salvarsi grazie alla sua astuzia. La troupe continuava a stare al riparo nella Basilica, ma il loro comportamento era tutt'altro che consono ad un luogo sacro.
Difficoltà: Intermedio
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Il 23 marzo 1944 i Gruppi di Azione Patriottica attaccano una compagnia di Polizei SS in Via Rasella a Roma. Per rappresaglia, il giorno successivo, un plotone tedesco giustizierà 335 italiani alle Fosse Ardeatine. Gli attori che stavano recitando al teatro Quattro Fontane assistono a tutto ciò, ma trovano il modo di salvarsi. De Sica viene successivamente portato da un generale fascista che chiede spiegazioni sulle tempistiche del suo film e sui componenti della sua troupe.
Difficoltà: Intermedio
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Il generale consegna una lettera del ministro Goebbels indirizzata proprio a De Sica, in cui il ministro in persona gli chiede di trasferirsi a Venezia per partecipare alla rinascita del cinema italiano e fascista. De Sica resta dapprima spiazzato da questa richiesta, ma poi usa il pretesto della cinematografia vaticana che lo costringe a restare a Roma, proprio per volere di Sua Eminenza, monsignor Montini.
Difficoltà: Intermedio
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Il 4 e il 5 giugno 1944 le truppe americane riuscirono a superare le ultime linee difensive dell'esercito tedesco ed entrarono a Roma senza incontrare resistenza, ricevendo l'entusiastica accoglienza della popolazione romana. Vittorio De Sica riuscì così a portare a termine il suo film, La porta del cielo. In sottofondo, ascolterete una delle canzoni italiane più note e più cantate (cantata anche da Vittorio De Sica), Parlami d'amore Mariù.
Difficoltà: Intermedio
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L'Accademia di Francia è un'istituzione artistica francese situata a Roma a Villa Medici, che accoglie in residenza artisti e ricercatori per consentire loro di portare avanti i propri progetti di ricerca. Fu Napoleone, agli inizi dell'Ottocento, a trasferire l'Accademia a Villa Medici con l'intenzione di salvaguardare un'istituzione già minacciata dalla rivoluzione, permettendo ai giovani artisti di continuare a scoprire e conoscere i capolavori dell'antichità e del Rinascimento.
Difficoltà: Intermedio
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Comincia il tour di questa fantastica e suggestiva villa. Tra moderno e antico, la vista di incredibili bellezze artistiche suscita emozioni notevoli.
Difficoltà: Intermedio
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