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Diabolik è il più grande criminale dei fumetti. Qui viene raccontato da diverse voci che concordano sul fatto che sia un ladro che costantemente sfida il potere.
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Diabolik è un ladro e un assassino, tuttavia ha le sue regole etiche. Decide che Clerville è la sua partia di elezione, guida una Jaguar e con le sue maschere può assumere molte identità. Sicuramente però non sente il bisogno di abbattere il sistema.
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Dall'idea di intrattere i pendolari con storie facili e pratiche alle leggende sul nome di Diabolik, scopriamo qualcosa in piú su questo leggendario fumetto.
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Oggi, tutti quanti sanno chi è Diabolik, ma all'inizio le sorelle Giussani si sono occupate della distribuzione nelle edicole in prima persona. Il primo numero di Diabolik racchiude misteri mai svelati e non per tutti è stato una soddisfazione immediata.
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A rendere Diabolik così affascinante e misterioso non contribuiscono solo alleati e avversari, ma anche il ruolo di Eva Kant è fondamentale già dalla sua prima apparizione.
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Parliamo del modo di disegnare Diabolik. Stile, caratterizazione e definizione cambiano molto tra un disegnatore e l'altro e qui scopriamo le differenze.
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Diabolik è un lavoro di gruppo e qui si parla di come i soggetti e le sceneggiature vengono gestiti a partire dallo spunto fino allo sviluppo della storia articolata.
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Le storie e i soggetti di Diabolik sono spesso frutto di un'idea di lettori o collaboratori. Non ci sono manuali su cosa è giusto o meno nello scrivere Diabolik. Sentiamo in che modo Diabolik è stato un fumetto di rottura.
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L'importatore della Jaguar all'inizio non voleva che un ladro guidasse le auto che lui vendeva, sarebbe stato negativo per l'immagine e così diffidò le sorelle Giussani. Da quel momento poi però molte cose sono cambiate e Diabolik oggi è richiesto per varie campagne.
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Questa parte riguarda il film che fu realizzato sulla storia di Diabolik. Non tutti furono soddisfatti, comprese le sorelle Giussani, ma a quei tempi bisognava rispettare certi standard internazionali.
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Fulvio Benelli, coautore del libro "Crimine infinito" legge un estratto del suo romanzo.
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I narratori leggono due scene di una storia narrata nel libro. La prima si svolge in una caserma dei carabinieri in cui la stampante sta causando qualche disagio. L'altra, racconta i festeggiamenti del Teramo calcio negli spogliatoi a fine partita.
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Mentre i pastori tedeschi fiutano nella Range Rover e l'italo-australiano continua a parlare, Barreca riesce ad installare una microspia nell'auto. Negli spogliatoi del Comunale, Andrea si gode la sua doccia ed è l'ultimo a lasciare lo stadio. Dopo aver fatto due chiacchiere con il compagno di squadra Massimo, Andrea si mette in viaggio verso la Calabria.
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Il documentario La passione e l’Utopia, viaggio nel cinema dei fratelli Taviani è un viaggio attraverso i luoghi che hanno contraddistinto l'opera dei registi e sceneggiatori Paolo e Vittorio Taviani, a partire dal paesaggio di San Miniato in Toscana, che li ha visti iniziare e dove tornano per raccontare se stessi.
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Tra i ricordi dei fratelli Taviani ci sono i racconti della guerra e delle domeniche pomeriggio passate prima al catechismo e poi al cinema.
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