Difficoltà: Intermedio
Italia
Nel 1693 un terribile terremoto colpì la zona sud orientale della Sicilia, radendo al suolo tante città, tra cui quella di Noto. I sopravvissuti ricostruirono la città all'insegna di quel barocco che in Sicilia aveva già preso piede durante l'amministrazione spagnola.
Difficoltà: Intermedio
Italia
La chiesa di Santa Chiara, a Noto, fu progettata dall’architetto siracusano Rosario Gagliardi nel 1730 e rappresenta un esempio di architettura barocca di altissimo livello. L’interno della chiesa, con le sue numerose decorazioni, putti e stucchi, è considerato uno dei più importanti dell’intera Sicilia per lo stile architettonico barocco. Presenta una sola navata di forma ovale, contornata da dodici colonne in pietra.
Difficoltà: Intermedio
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Palazzo Nicolaci di Villadorata è una residenze private più grandi di tutta Noto. Costruita nel Settecento in stile barocco, era la residenza urbana della nobile famiglia dei Nicolaci. I suoi splendidi balconi barocchi, insieme al prospetto della Chiesa di Montevergine, contribuiscono a creare uno degli angoli più caratteristici di tutta Noto.
Difficoltà: Intermedio
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Palazzo Nicolaci conta ben novanta ambienti. Lo straordinario Salone delle Feste è ricco di decorazioni che simulano una balaustra sovrastata da colonne laterali sulle pareti. Al centro del soffitto troviamo l’allegoria del Carro di Apollo che insegue l’Aurora. Un’ala del Palazzo Nicolaci accoglie oggi la Biblioteca Comunale.
Difficoltà: Intermedio
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Il viaggio nelle città barocche dell'Italia continua. Siamo a Modica, dove anche qui il centro storico è stato interamente ricostruito a seguito del terremoto del 1693. Oggi, camminare per le vie di Modica significa fare un percorso intriso di storia tra palazzi tardo barocchi, chiese con maestose gradinate e grandi capolavori.
Difficoltà: Intermedio
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Al terremoto del Val di Noto seguì una importante opera di ricostruzione che rimodellò l'aspetto dei luoghi colpiti dal sisma, cambiandone radicalmente la forma. Al posto di facciate dritte, gli architetti di allora preferirono forme arrotondate, senza tralasciare lo stile barocco che fu il modello architettonico assunto per la ristrutturazione. Il suo splendore e le sue sinuosità caratterizzano la tipicità urbanistica anche di città come Ragusa.
Difficoltà: Intermedio
Italia
La chiesa di San Giorgio viene considerata un vero e proprio capolavoro che il mondo intero ammira. Ben poco però, sappiamo di colui che l'ha creata: Rosario Gagliardi. Per apprezzare questa meraviglia, tuttavia, basta osservare lo straordinaria dinamicità della pietra che rappresenta lo stile barocco.
Difficoltà: Intermedio
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Marino si occupa di cromoterapia, detta anche terapia dei colori. Si tratta di una branca della medicina alternativa che studia il colore per comprendere quale effetto ha sull'organismo.
Difficoltà: Intermedio
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Si intitola Me Ne Frego il documentario dell'Istituto Luce a cura della linguista Valeria Della Valle e del regista Vanni Gandolfo, presentato alla Mostra del Cinema di Venezia e dedicato alla "bonifica" fascista della lingua italiana. Un efficace viaggio nel tempo, il recupero di un'Italia dimenticata, ridicola nel suo purismo nazionalistico ma drammatica per la violenza dei divieti.
Difficoltà: Intermedio
Italia
Mussolini vieta l'uso dei dialetti e delle lingue di minoranza parlate nelle regioni del Nord, a favore del processo forzato della cosiddetta "italianizzazione". Gli italiani erano costantemente bombardati dalla propaganda fascista e dai frequenti discorsi di Mussolini.
Difficoltà: Avanzato/Intermedio
Italia
Durante la Prima Guerra Mondiale si parlavano moltissimi dialetti e uno degli obiettivi del Duce era quello di eliminarli.
Difficoltà: Intermedio
Italia
Una delle strategie di Mussolini per manipolare le masse era quella di copiare in modo molto più banale le doti oratorie del grande scrittore italiano Gabriele D'Annunzio che proprio in quegli anni era molto conosciuto e apprezzato.
Difficoltà: Intermedio
Italia
In questa parte ci viene mostrato il lavoro di "pulizia" della lingua italiana. Un interessante viaggio nell'etimologia di nuovi termini.
Difficoltà: Intermedio
Italia
Il Duce non si limitò soltanto a perseguitare le minoranze linguistiche e a vietare i dialetti, ma sottopose la stessa lingua di Stato a una vera e propria epurazione. Moltissimi i prestiti che furono sostituiti da termini italiani. Ad esempio lo "shock" diventò urto di nervi. Anche la forma di cortesia "Lei" fu sostituita per legge dal "Voi" e a Torino fu allestita la celeberrima Mostra Anti Lei che culminò con la censura del pronome straniero e volgare.
Difficoltà: Intermedio
Italia
Questa parte del documentario sulla storia linguistica dell'Italia fascista si concentra ancora sull'abolizione del "Lei", a favore del "Voi". La prima vittima fu una rivista settimanale femminile intotolata proprio "Lei", che chiaramente si riferiva a "lei" in quanto donna.
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