Difficoltà: Intermedio
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Marino incontra Silvana a Marechiaro e cominciando a parlare scopre che condividono molto delle loro professioni. Infatti Marino è un naturopata e Silvana una psicologa corporea.
Difficoltà: Intermedio
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Dopo la cerimonia del battesimo nella Cappella Palatina, Adriano ci porta al Convento di Baida, un altro luogo di Palermo ricco di storia e di arte.
Difficoltà: Intermedio
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A differenza dei classici palazzi del potere, Castel del Monte ha delle piccole sale e ogni ambiente è raccolto. Questo, forse, permetteva a Federico Secondo di circondarsi di esponenti di varie culture con i quali si confrontava.
Difficoltà: Intermedio
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Il cortile di Castel del Monte è il cuore del castello, nonostante adesso appaia vuoto e spoglio. Una scala a chiocciola conduce nelle varie sale del piano nobile del castello che una volta erano ricche di marmi preziosi e colorati.
Difficoltà: Intermedio
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Edo è un prestigiatore e insieme a Eleonora ci mostra alcuni giochi di prestigio. Guardate e provate a capire dove sta il trucco!
Difficoltà: Intermedio
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Considerato universalmente un geniale esempio di architettura medievale, Castel del Monte in realtà unisce elementi stilistici diversi: come il portale in stile arabo e le bifore in stile gotico. La sua massiccia struttura ottagonale è caratterizzata da otto lati della pianta del Castello, otto sale del piano terra e del primo piano e otto imponenti torri, ovviamente a pianta ottagonale, disposte su ognuno degli otto spigoli.
Difficoltà: Intermedio
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Siamo in Puglia, la regione più orientale d'Italia, che è stata dominata da Bizantini, Goti, Longobardi, Saraceni ed infine da Federico II di Svevia, imperatore del Sacro Romano Impero. Castel del Monte è una fortezza del XIII secolo costruita per volontà di Federico II di Svevia. La sua collocazione in cima ad una collina alta 540 metri sul livello del mare e ben visibile a distanza, faceva di Castel del Monte un elemento essenziale nel sistema di comunicazione all'interno della rete castellare voluta da Federico II.
Difficoltà: Intermedio
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Lasciamo la Valle dei Templi di Agrigento per attraversare lo Stretto di Messina e arrivare a Reggio Calabria. Qui incontriamo il rinvenimento archeologico più importante del ventesimo secolo. Risalenti al secolo di Socrate, Pericle, Platone, sono i Bronzi di Riace.
Difficoltà: Intermedio
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Adriano, con l'aiuto della sua mamma, risponde alle domande di alcuni studenti di Yabla Italiano.
Difficoltà: Intermedio
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Una nuova ricetta semplice da realizzare: penne rigate, pomodorino del piennolo del Vesuvio DOP, gamberi e stracciatella. Il pomodoro del piennolo è un tipo di pomodoro che si coltiva esclusivamente sulle pendici del Vesuvio ed è divenuto un prodotto di origine protetta nel 2009.
Difficoltà: Intermedio
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L'Efebo di Agrigento è considerato uno dei capolavori della scultura greca del V secolo a.C. in Sicilia. È conservato presso il Museo Archeologico Regionale di Agrigento, nel quale si trova anche un sarcofago romano in marmo del II d.C., con scene che illustrano la vita di un bambino morto precocemente.
Difficoltà: Intermedio
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In una suggestiva sala del Museo Archeologico Regionale Pietro Griffo, è possibile ammirare i telamoni, delle imponenti sculture maschili che si alternavano alle gigantesche semicolonne del Tempio di Giove. Un'altra opera importante all'interno del museo è un vaso monumentale che ritrae Pentelisea mentre combatte contro Achille.
Difficoltà: Intermedio
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Oggi lo chef Antonino cucina gli spaghetti scanalati con aglio, olio, peperoncino e salsa di pane in compagnia di Patrizia Rossi, una napoletana che vive a Milano.
Difficoltà: Intermedio
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Molti dei templi della Valle di Agrigento sono crollati nel corso del tempo e quello che ne rimane sono solo dei pezzi di colonne o dei blocchi. Nel caso del Tempio di Zeus, osservando i suoi blocchi, è stato possibile vedere l'immensità del progetto di questo tempio che era alto più di trenta metri ed era visibile da ogni parte, persino dal mare.
Difficoltà: Intermedio
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Marino ci porta a Marechiaro, un piccolo borgo che si trova nel quartiere Posillipo a Napoli. La leggenda narra che il poeta e scrittore napoletano Salvatore Di Giacomo, vedendo una piccola finestra sul cui davanzale c'era un garofano, ebbe l'ispirazione per quella che è una delle più celebri canzoni napoletane: Marechiaro. Tutt'oggi la finestra esiste, e c'è sempre un garofano fresco sul davanzale.
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