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Le scuole fasciste insegnano a giocare alla guerra. Si pretende di cambiare una cultura e persino i cognomi. La durezza della repressione non lascia spazio a nulla.
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Il Regime comincia a vacillare. L'uso del Lei non viene più seguito così come iniziano le prime forme antifasciste. La guerra è vicina e il fascismo sta per finire.
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La Reale Accademia d'Italia viene incaricata di redigere un dizionario della lingua italiana, che include delle citazioni di Mussolini. Terminata la Seconda Guerra Mondiale, il dizionario rimase, come tante altre opere, incompiuto.
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La guerra è finita e la televisione entra nelle case della gente. I dialetti restano, ma l'italiano, grazie alla televisione, unisce tutta la penisola e insegna agli analfabeti a leggere e a scrivere.
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Termina qui il documentario sulla lingua italiana nell'epoca fascista. Resta molto poco dell'esperimento linguistico del regime e, d'altro canto, i dialetti continuano a essere usati nelle famiglie, come anche il "Lei"e alcune parole straniere .
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Pier Paolo Pasolini parla della sua storia. Comincia raccontando da dove viene e parlando del rapporto che aveva con suo padre.
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Pasolini racconta del suo primo libro di poesie e di come il fascismo abbia influenzato la sua vita e le sue scelte attraverso l'esilio friulano.
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In questa interessante intervista Pier Paolo Pasolini parla di come la lingua italiana si stia trasformando.
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Un artista è sempre controverso e Pier Paolo, in qualità di artista, sottolinea la sua opposizione alla lingua italiana del tempo che stava vivendo.
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Pasolini ci racconta qual è il suo modo di fare cinema e come lo interpreta lui, e spiega quale è il concetto dietro il film "Accattone".
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Mentre Pasolini gira delle riprese, gli viene chiesto cosa ha rappresentato il neorealismo in Italia. Sentiamo qual è il suo punto di vista e cosa racconta della storia dell'italiana nel suo panorama culturale.
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In questa intervista, a Pasolini viene chiesto se crede nello sviluppo e nel progresso. Gli viene anche chiesto in che modo trae ispirazione dal Vangelo e sentiamo qual è la visione delle cose del mondo dello scrittore.
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Pasolini non vuole parlare dei suoi nemici, ma ci dice invece quali sono le persone che ama di più. Racconta anche di come i suoi film d'elite fossero in realtà una polemica contro la cultura di massa.
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Il giornalista sindacale chiede a Pasolini di rivedere la sua posizone riguardo a quanto dichiarato sul rivolgersi alle élite. Pasolini risponde che c'è stato un malinteso e spiega cosa intende.
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Pasolini continua a chiedere alle persone in spiaggia cosa ne pensano del divorzio e così emergono pareri contrastanti fra uomini e donne. Durante una trasmissione sul ciclismo, viene chiesto a Pasolini per quale motivo si trovi lì e la sua risposta è molto semplice.
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