Difficoltà: Intermedio
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La morte per tetano del piccolo Aniello fa soffrire molto Giuseppe e mette profondamente in crisi il suo ruolo di medico, impotente davanti a disgrazie del genere. Quella stessa sofferenza, però, rafforza la sua vocazione e lo riporta in ospedali tra i malati.
Difficoltà: Intermedio
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A causa delle leggi razziali degli anni '40, Rita Levi Montalcini fu allontanata dall'università, ma continuò ad esercitare la sua professione aiutando i malati nelle zone più povere di Torino. Durante l'occupazione nazista, si nascoste a Firenze, poi nel 1947 si imbarcò sul Liberty ed approdò in America.
Difficoltà: Intermedio
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Da bambina, Rita Levi Montalcini era timida ed insicura. Nonostante ciò, crescendo è riuscita ad opporsi al padre, che non voleva che si iscrivesse all’università, convinto che per una donna una carriera avrebbe significato una distrazione da quelli che nella sua visione del mondo dovevano essere i doveri di una moglie.
Difficoltà: Intermedio
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Ancora una volta, Giuseppe dà prova di essere un ottimo medico. La sua diagnosi sulla paziente trattata in sede di esame è giusta, al contrario di quella del professor De Lillo. Questo gli permette di diventare primo aiuto agli Incurabili. Giorgio non se la passa bene. Suo padre non è più disposto ad aiutarlo se non proverà a tutti di valere tanto quanto Giuseppe.
Difficoltà: Intermedio
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Rita Levi Montalcini ha dedicato gran parte della sua vita ai giovani, e soprattutto ai giovani ricercatori, nei quali ha riposto fiducia, dando loro la possibilità di continuare a fare ricerca in Italia.
Difficoltà: Intermedio
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Una caratteristica che ha contraddistinto Rita Levi Montalicini è l'immaginazione, più precisamente l’idea che per fare grandi scoperte, nella scienza come nella vita, serve un po’ di coraggio di saper immaginare cose nuove.
Difficoltà: Intermedio
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La passione per lo studio del cervello, l’amore per la cultura e soprattutto la scoperta dello NGF, una proteina prodotta dalle cellule nervose di cui dirige il differenziamento e lo sviluppo, sono i motivi per cui Rita Levi Montalcini è stata insignita del premio Nobel nel 1986.
Difficoltà: Intermedio
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Caterina Guzzanti è ospite di una scuola media di Afragola (NA), intitolata a Rita Levi Montalcini. Incontra gli studenti di un laboratorio di teatro per una lezione sull’importanza dell’immaginazione, che tanto ha significato nel suo lavoro di attrice e comica, ma anche in quello della grande ricercatrice torinese. Nel confronto con i ragazzi, si rende conto di non avere abbastanza informazioni sull'esistenza illustre di Rita Levi Montalcini. Così decide di tornare a scuola tra una settimana e di improvvisare uno spettacolo con i ragazzi.
Difficoltà: Intermedio
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Un finale molto emozionante che ci fa capire come alcune persone, grazie alla loro bravura e umanità, possono lasciare solo ricordi belli ed indelebili.
Difficoltà: Intermedio
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La brillante tesi di Alberto Manzi gli fa guadagnare un incarico di assistente e la prospettiva di diventare pedagogista. Questa proposta, seppur allettante, mette in crisi Alberto che dovrebbe lasciare per sempre i suoi ragazzi.
Difficoltà: Intermedio
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L'autobus si ferma e i ragazzi scendono correndo via. Alberto li avrebbe voluti portare in spiaggia, ma alla fine sarà solo lui ad andarci.
Difficoltà: Intermedio
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Il giornale dei ragazzi inizia a prendere forma. Il direttore si convince a portare avanti questo progetto e a mostrarlo al Ministero.
Difficoltà: Intermedio
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Il Direttore fa un enorme passo in avanti verso Manzi e dà la possibilità ai ragazzi di continuare a scrivere con delle penne. Ma Manzi non si accontenta e chiede al direttore molto di più.
Difficoltà: Intermedio
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Alberto raccoglie tutto quello che hanno scritto i suoi ragazzi e decide di creare un giornalino. Ricotta, Felice, Tommaso e gli altri hanno trovato nella scrittura il modo per esprimere i loro pensieri più profondi.
Difficoltà: Intermedio
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Alberto riesce a portare ai ragazzi delle matite che permettono loro di iniziare a scrivere delle parole semplici, come i loro nomi.
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