Difficoltà: Intermedio
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Rita Levi Montalcini ha dedicato gran parte della sua vita ai giovani, e soprattutto ai giovani ricercatori, nei quali ha riposto fiducia, dando loro la possibilità di continuare a fare ricerca in Italia.
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Una caratteristica che ha contraddistinto Rita Levi Montalicini è l'immaginazione, più precisamente l’idea che per fare grandi scoperte, nella scienza come nella vita, serve un po’ di coraggio di saper immaginare cose nuove.
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La passione per lo studio del cervello, l’amore per la cultura e soprattutto la scoperta dello NGF, una proteina prodotta dalle cellule nervose di cui dirige il differenziamento e lo sviluppo, sono i motivi per cui Rita Levi Montalcini è stata insignita del premio Nobel nel 1986.
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Caterina Guzzanti è ospite di una scuola media di Afragola (NA), intitolata a Rita Levi Montalcini. Incontra gli studenti di un laboratorio di teatro per una lezione sull’importanza dell’immaginazione, che tanto ha significato nel suo lavoro di attrice e comica, ma anche in quello della grande ricercatrice torinese. Nel confronto con i ragazzi, si rende conto di non avere abbastanza informazioni sull'esistenza illustre di Rita Levi Montalcini. Così decide di tornare a scuola tra una settimana e di improvvisare uno spettacolo con i ragazzi.
Difficoltà: Intermedio
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Un finale molto emozionante che ci fa capire come alcune persone, grazie alla loro bravura e umanità, possono lasciare solo ricordi belli ed indelebili.
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La brillante tesi di Alberto Manzi gli fa guadagnare un incarico di assistente e la prospettiva di diventare pedagogista. Questa proposta, seppur allettante, mette in crisi Alberto che dovrebbe lasciare per sempre i suoi ragazzi.
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L'autobus si ferma e i ragazzi scendono correndo via. Alberto li avrebbe voluti portare in spiaggia, ma alla fine sarà solo lui ad andarci.
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Il giornale dei ragazzi inizia a prendere forma. Il direttore si convince a portare avanti questo progetto e a mostrarlo al Ministero.
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Il Direttore fa un enorme passo in avanti verso Manzi e dà la possibilità ai ragazzi di continuare a scrivere con delle penne. Ma Manzi non si accontenta e chiede al direttore molto di più.
Difficoltà: Intermedio
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Alberto raccoglie tutto quello che hanno scritto i suoi ragazzi e decide di creare un giornalino. Ricotta, Felice, Tommaso e gli altri hanno trovato nella scrittura il modo per esprimere i loro pensieri più profondi.
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Alberto riesce a portare ai ragazzi delle matite che permettono loro di iniziare a scrivere delle parole semplici, come i loro nomi.
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Alberto è deciso a insegnare ai suoi ragazzi a leggere e a scrivere e non si ferma neanche davanti al dissenso del direttore. Così, con l'aiuto di Ida e i consigli dei suoi ragazzi, riesce a portare loro qualche foglio e un paio di matite.
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Alberto e i ragazzi si sdraiano sul pavimento a guardare le nuvole nere che stanno portando un bel temporale. In un'atmosfera euforica e gioviale, Alberto convince i ragazzi a imparare a leggere e a scrivere. Infine, Alberto porta Ida e Alda nel loro nuovo e bellissimo appartamento.
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Dopo aver riportato Ricotta dai suoi compagni, Alberto Manzi inizia la sua prima lezione. Senza libri né matite, i ragazzi si ritrovano in cortile ad osservare il cielo.
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Alberto Manzi si distingue anche all'università; ha un'ottima media ed è il migliore degli allievi. In riformatorio, Ricotta viene allontanato per aver picchiato un superiore, ma Manzi convince il direttore a lasciarlo al riformatorio con gli altri ragazzi.
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