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Suor Helga e Moscati condividono ricordi e pensieri. Entrambi credono che la medicina e la scienza senza la carità e l'intuizione non servano a molto. Moscati prende anche un'iniziativa che qualcuno apprezza, altri meno.
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Moscati va in cerca della famiglia Esposito per assicurarsi che nessun altro abbia contratto la grave malattia che ha ucciso il capofamiglia. Durante la ricerca incontra un malvivente, ma non si perde d'animo e alla fine trova la casa degli Esposito. Intanto Elena continua ad aspettare il suo principe azzurro.
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Qualche istante prima di chiudere gli occhi per sempre, Cloe confessa a Giuseppe che il bambino che ha messo al mondo è figlio di Giorgio e di averlo abbandonato. Giuseppe promette a Cloe di ritrovare suo figlio e di portarlo da Giorgio.
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A Napoli si è sparsa la voce che Giuseppe effettua delle visite mediche presso la sua abitazione e così tanta povera gente si reca a casa sua nella speranza di essere visitata dal professore. In ospedale, Suor Helga becca di nuovo Arcangelo con una infermiera e non può fare a meno di mostrargli tutto il suo disprezzo.
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Dopo un primo momento di panico, Arcangelo e Suor Helga riescono a curare e a salvare il paziente. Durante un pranzo a casa, Giuseppe avverte qualcosa di strano e corre dal professore Monteforte.
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Elena vorrebbe adottare Antonio, ma Giorgio non vuole neanche affrontare l'argomento, così Elena chiede a Giuseppe di parlare con lui. In ospedale, Giuseppe sta formando i nuovi medici ma viene interrotto dal professor De Lillo e dal Federale di Benito Mussolini che devono comunicargli un'importante novità.
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Durante la Prima Guerra Mondiale si parlavano moltissimi dialetti e uno degli obiettivi del Duce era quello di eliminarli.
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Una grande novità nel mondo del cinema: arriva il suono. La propaganda ne approfitta, ma non sembra una buona idea.
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Con l'ingresso del doppiaggio nel modo del cinema, i film possono essere visti in altri luoghi, le voci vengono sostituite e gli effetti riprodotti.
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Una volta i dialetti erano insegnati anche a scuola, per mantenere viva l'entità del popolo. Con il fascismo le cose cambiano e come conseguenza della repressione viene persino imposto un libro unico da usare in tutte le scuole.
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Le scuole fasciste insegnano a giocare alla guerra. Si pretende di cambiare una cultura e persino i cognomi. La durezza della repressione non lascia spazio a nulla.
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Il Regime comincia a vacillare. L'uso del Lei non viene più seguito così come iniziano le prime forme antifasciste. La guerra è vicina e il fascismo sta per finire.
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La Reale Accademia d'Italia viene incaricata di redigere un dizionario della lingua italiana, che include delle citazioni di Mussolini. Terminata la Seconda Guerra Mondiale, il dizionario rimase, come tante altre opere, incompiuto.
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La guerra è finita e la televisione entra nelle case della gente. I dialetti restano, ma l'italiano, grazie alla televisione, unisce tutta la penisola e insegna agli analfabeti a leggere e a scrivere.
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Termina qui il documentario sulla lingua italiana nell'epoca fascista. Resta molto poco dell'esperimento linguistico del regime e, d'altro canto, i dialetti continuano a essere usati nelle famiglie, come anche il "Lei"e alcune parole straniere .
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