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Il regista Giuliano Montaldo racconta che l'idea del film su Marco Polo venne all'allora direttore della RAI, dopo avere incontrato i membri di una delegazione italiana di ritorno da un viaggio a Pechino verso la fine degli anni '70. La delegazione era rimasta piacevolmente sorpresa nel vedere che i funzionari cinesi brindavano a Marco Polo come a un "italiano amico della Cina". Lo sceneggiato fu girato in ben tre continenti diversi.
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Inti, il nipote di Giuliano e Vera, raggiunse i nonni in Cina per le riprese di "Marco Polo" durante le vacanze estive. Fu un'esperienza molto bella ed importante per l'allora bambino, che gli permise di creare uno splendido rapporto con i nonni.
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Finite le riprese di "Marco Polo" in Cina, Vera e Giuliano iniziano a lavorare alla produzione di "Gli occhiali d'oro", un film basato sull'omonimo romanzo di Giorgio Bassani. Al film hanno partecipato attori come Stefania Sandrelli, Rupert Everett e Philippe Noiret.
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La prima proiezione a Venezia del film "Gli occhiali d'oro" fu un successo. Anche Bassani, l'autore dell'omonimo romanzo, ne restò piacevolmente colpito. Inti e sua madre parlano del rapporto di coppia tra Vera e Giuliano.
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Arrivano molte proposte a Giuliano Montaldo e ogni volta lui rimane stupito. Ma il vero colpo di scena resta nel fatto che in ogni ruolo che ricopre incontra persone che amano il cinema quanto lo ama lui.
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La carriera di Giuliano come attore non è sempre stata vista come un successo, in particolare dalla sua famiglia. A sessantotto anni però, dopo essere stato anche aiuto regista e regista, arriva la rivincita.
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Vera e Giuliano sono due veri fan l'uno dell'altra. Ma Vera non può fare a meno di preferire la regia di Giuliano alle sue capacità di attore.
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Giuliano e Vera si chiedono a vicenda cosa vorrebbero fare nel futuro e insieme esplorano l'idea di rivisitare i luoghi che hanno amato. Vera però ha un'idea piuttosto orignale e Giuliano alla fine andrebbe ovunque con lei.
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Comincia con un inno alla vita la miniserie autobiografica in due episodi di uno dei cantanti italiani più amati al mondo, conosciutissimo per Nel blu dipinto di blu, Domenico Modugno.
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Domenico inizia a raccontare la sua storia. Tutto ebbe inizio nell'unico cinema del suo paese dove il giovane Modugno trascorse gran parte delle sue giornate.
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Trovati i soldi per arrivare a Roma, Domenico chiede un passaggio a Don Antonio. Prima, però, Domenico e Don Antonio devono aiutare delle persone in difficoltà.
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Sulle note di Cavaddu cecu de la minera, viene mostrata la storia dei cavalli che anticamente lavoravano nelle miniere in Sicilia e che una volta diventati ciechi venivano pietosamente abbattuti. Successivamente, Domenico si prepara per andare a Roma, nonostante i suoi genitori provino ancora a dissuaderlo.
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Domenico è in partenza per Roma. Sul pullman intrattiene gli altri passeggeri cantando e suonando la chitarra. Una volta arrivato a Roma, familiarizza con un frate del convento in cui alloggerà e poi arriva finalmente il giorno in cui realizza il suo sogno più grande.
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Finalmente Domenico entra nel Centro Sperimentale per l'esame di ammissione dove conosce subito un personaggio che gli resterà accanto per moltissimo tempo: Riccardo Pazzaglia.
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Domenico è un uomo dalle mille risorse: durante il suo esame dice di saper cantare, suonare e anche recitare. Il suo collega Riccardo gli consiglia di andare ogni mattina davanti Cinecittà per provare ad ottenere una piccola parte in un film.
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