Questo nuovo episodio de "Il Commissario Manara" si svolge nel mondo dei concorsi di bellezza. Manara è un po' distratto sia nel mondo reale che in quello dei sogni.

La guerra è finita e la televisione entra nelle case della gente. I dialetti restano, ma l'italiano, grazie alla televisione, unisce tutta la penisola e insegna agli analfabeti a leggere e a scrivere.

L'ispettore Rivera è davvero apprezzata in Questura ed anche Manara, ma quest'ultimo non tanto sotto il profilo professionale.

La Reale Accademia d'Italia viene incaricata di redigere un dizionario della lingua italiana, che include delle citazioni di Mussolini. Terminata la Seconda Guerra Mondiale, il dizionario rimase, come tante altre opere, incompiuto.

La squadra scopre come si è svolto l'omicidio e Manara deve usare tutta la sua sensibilità per chiudere le indagini.

Le ottimi intuizioni di Marta aprono nuove strade sul caso.

Famose battaglie, un classico del cinema degli anni venti ed una famosissima canzone italiana sono i temi di questo quiz alla fine del quale un partecipante abbandona la gara.

Il Regime comincia a vacillare. L'uso del Lei non viene più seguito così come iniziano le prime forme antifasciste. La guerra è vicina e il fascismo sta per finire.

Luca Manara è incorreggibile e incontentabile con le donne, ma per fortuna non perde di vista il suo lavoro e scopre dei dettagli molto interessanti.

Se alcuni sospetti vengono chiariti, altri si infittiscono. Toscani e Manara sono fianco a fianco per scoprire di più.

Le scuole fasciste insegnano a giocare alla guerra. Si pretende di cambiare una cultura e persino i cognomi. La durezza della repressione non lascia spazio a nulla.

Un piccolo colpo di scena sposta i sospetti su chi prima di allora era insospettabile.

Mentre Manara cerca di scoprire qualcosa sul nuovo ispettore, quest'ultimo scopre molto di Manara senza troppi problemi.

Eva va dal suo fidato amico Augusto e poi con Dante al mercato. Mentre con Augusto Eva è molto affettuosa con Dante quasi l'opposto.

Una volta i dialetti erano insegnati anche a scuola, per mantenere viva l'entità del popolo. Con il fascismo le cose cambiano e come conseguenza della repressione viene persino imposto un libro unico da usare in tutte le scuole.